Ancora una sentenza sulle incompatibilità del RUP
Il Tar Emilia Romagna con la sentenza del 30 ottobre scorso (n. 863/2018) ha statuito che il rup non è incompatibile con l’incarico di presidente di commissione giudicatrice
Il Tar Emilia Romagna con la sentenza del 30 ottobre scorso (n. 863/2018) ha statuito che il rup non è incompatibile con l’incarico di presidente di commissione giudicatrice
Questo è quanto ha stabilito la Corte di giustizia il 28 novembre scorso con la sentenza nella causa C-328/17, confermando così la linea interpretativa dei giudici amministrativi italiani. La Corte, ritiene che la partecipazione a un procedimento di aggiudicazione di un appalto può, in linea di principio, «validamente costituire una condizione» che deve essere soddisfatta per Leggi di piùGli atti di gara possono essere impugnati soltanto dai partecipanti alla gara[…]
La Corte di Cassazione lo scorso 25 ottobre è intervenuta con una pronuncia nel dibattuto sugli appalti di servizi che vedo esclusivamente “fornitura di manodopera”.
Il Consiglio di Stato ha deciso di sospendere il processo e di sottoporre alla Corte le seguenti questioni pregiudiziali
Quante volte negli ultimi anni abbiamo dovuto fronteggiare una situazione d’urgenza determinata da una risoluzione di contratto in danno?
Una recente sentenza ci riporta sul tema della proroga e rinnovi.
Contrasti sugli incarichi a titolo gratuito delle pubbliche amministrazioni.
Anac interviene a seguito di esposto su una problematica che sta vedendo crescere la giurisprudenza, consolidando un principio su cui i giudici amministrativi hanno spesso utilizzato facendo richiamo al passato quando le offerte venivano recapitate con il servizio postale.
E’ reato fare pressioni sulla P.A. per stabilire il contenuto del bando e per ottenere che la P.A. inviti una società ‘amica’ a presentare un’offerta.
Con la sentenza n. 6239/2018, il Tar Lazio si è pronunciato sui due ricorsi proposti , riuniti alla luce della loro connessione oggettiva ex art. 70 c.p.a., avverso il decreto del Presidente della Repubblica che aveva disposto lo scioglimento del Consiglio comunale di un comune calabrese per infiltrazioni mafiose.